Il ruolo delle emozioni



Per spiegare in che modo affronta uno studente compiti difficile si devono non solo considerare gli stili cognitivi e di apprendimento ma anche i processi motivazionali e emozionale perché tutti quattro sono strettamente collegati fra loro anche perché i collegamenti di neuroni sono connessi. Per definire questo c’è il termine “determinismo reciproco” perché esiste una causalità reciproca tra i fattori:

-          Aspetti cognitivi: percezioni, pensieri, ricordi, conoscenze

-          Valutazione e attribuzione di significati: valori. Opinioni, atteggiamenti

-          Emozioni: gioia, gratitudine, amore, piacere, rabbia, vergogna

Il ruolo delle emozioni è evidente nei processi cognitivi. Mentre la paura è la reazione scatenata da una situazione oggettivamente pericolosa, l’ansia e la fobia sono reazioni di fronte a oggetti o situazioni non obiettivamente pericolosi. Si parla di ansia di prestazione o ansia da esame quando l’individuo si trova in una situazione percepita come una sfida difficile da affrontare e ci si è preoccupati per la brutta figura che si potrebbe fare, la reazione dei genitori per un eventuale brutto voto…

Se l’attivazione è eccessiva la valutazione si trasforma in ansia che a sua volta provoca sudorazione, tremore, palpitazioni ecc. e cosa che prima pensavi di ricordarti senza problemi diventano impossibili da ricordare. Invece se l’attivazione e l’ansia sono nella giusta misura servono per attivare l’organismo e stimolano per esempio a studiare e a concentrarsi.

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